sabato 4 dicembre 2010

Rende, Museo del Presente - La prima metà del Novecento: da Sartorio al ritorno all’ordine. Achille Capizzano / arte pubblica e arte privata

Dal 4 dicembre 2010 al 28 febbraio 2011 il Museo del Presente di Rende ospita la mostra dell’artista rendese Achille Capizzano (1907-1951), su progetto e organizzazione dell’omonimo Centro per l’Arte e la Cultura “A. Capizzano”.


La mostra, a cura dei critici d’arte Tonino Sicoli e Massimo Di Stefano, intende innanzitutto ricostruire e rivalutare la figura di Capizzano, esponendo esempi della sua produzione pubblica e di quella privata. Attraverso il confronto con opere di artisti a lui coevi (Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Gino Severini, Felice Casorati, Mario Mafai, Mario Sironi, Corrado Cagli, Franco Gentilini, Fausto Pirandello, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Carlo Levi, Emilio Greco, Pericle Fazzini, Umberto Mastroianni, ecc) la mostra getta anche una nuova luce sulla complessità dei fenomeni culturali vivi nel periodo fascista, che anche il rendese ha sperimentato, ma che proprio per questo legame la critica ideologizzata ha fin’ora condannato all’oblio. Da qui il titolo: “La prima metà del Novecento: da Sartorio al ritorno all’ordine. Achille Capizzano / arte pubblica e arte privata”. Il percorso espositivo, attraverso oltre cento opere in mostra, conduce il visitatore nel clima di generale fervore culturale che, tra slanci e contraddizioni, caratterizza l’arte che va dal terzo decennio del Novecento agli anni Cinquanta. La produzione artistica è sempre più lontana dalle stravaganze delle Avanguardie del primo e secondo decennio (Futurismo, Cubismo, Metafisica), e si caratterizza per un generale “ritorno all’ordine”, riproponendo la tradizione, il classicismo, la storia, il racconto e la celebrazione aulica. Non bisogna dimenticare che questi sono anche gli anni della costruzione della città fascista. In tale fibrillazione culturale si fanno strada espressioni artistiche a volte contraddittorie, che spingono da un lato verso lo stile magniloquente e statalista, dall’altro verso un’arte popolare e privata. Questo è il clima che Capizzano respira e assorbe quando nel ’23, vincitore di una borsa di studio, lascia la Calabria per Roma e si iscrive all’Accademia di Belle Arti poi, dove frequenta il corso di Decorazione. Qui, per merito di Paolo Paschetto suo maestro di Disegno e di Ferruccio Ferrazzi (in mostra) suo insegnante di Pittura Murale, impara a concepire il disegno in senso classico, come supporto dell’architettura, come strumento di preparazione e progettazione. E’ infatti come disegnatore che Capizzano inizia a partecipare alla costruzione della “nuova” Roma. A partire dal 1930, attraverso il sodalizio con l’architetto Luigi Moretti, partecipa ai lavori per il Foro Mussolini, oggi Foro Italico, fulcro del programma urbanistico proposto dal regime. L’incontro con quest’arte influenza tutta la sua pittura pubblica, concepita come un progetto architettonico, fatta di grandi spazi, impianti monumentali e prospettive allungate. Nel suo fare pittorico è come se la tradizione classica e le suggestioni della modernità trovassero un nuovo equilibrio. I primi lavori riguardano grandi cartoni preparatori per i mosaici della Sfera al Foro Mussolini. Nel ’36 esegue gli affreschi nell’Accademia di Scherma ed i mosaici per la Piazza Imperiale. Nel ’37 partecipa ai lavori per l’allora Viale dell’Impero (oggi Viale del Foro Italico) accanto ad artisti come Gino Severini (in mostra) e Giulio Grosso. Capizzano è autore di sette grandi cartoni sulla storia dell’Impero, che raffigurano temi classici, immagini mitologiche, in un racconto continuo tra la Roma antica e la Roma di Mussolini. Nel percorso espositivo è suggestivo imbattersi in un nucleo di disegni e bozzetti proprio di questi cartoni, che dimostrano come l’artista arrivasse all’immagine finale equilibrata e magniloquente attraverso lo studio e la progettazione architettonica di ogni elemento, relazionandolo poi con l’insieme. In questo tipo di rappresentazioni, Capizzano si dimostra artista semplice, intellettualmente libero, che dai diversi fenomeni stilistici si lascia incuriosire assumendone solo quegli aspetti che gli sembrano più utili alla sua missione di artista che vuole farsi capire dal popolo, realizzando un’arte nazionale, più che di “Stato”. Negli anni ’40 Capizzano è ormai artista affermato negli ambienti romani (partecipa a numerose esposizioni nazionali ed è nominato assistente e poi titolare della cattedra di Ornato del Liceo Artistico), ma mantiene comunque vivi i rapporti con la Calabria e con la sua Rende in particolare, esponendo presso il caffè Renzelli nel ’44 e realizzando la decorazione a tempera della cupola del Santuario di Maria Santissima di Costantinopoli, raffigurante la Vergine Maria in Gloria. Accanto al titanismo e monumentalismo delle opere pubbliche questa mostra propone anche il Capizzano “pittore di quadri”, delle opere private. E’ in queste produzioni che l’artista si abbandona alla dimensione intima delle sue emozioni e sensazioni, espresse con fare diretto, e bloccate su uno spazio pittorico di piccolo formato , perché il “quadro” è per Capizzano “espressione lirica, semplice, istantanea”. Non esiste più il progetto, il segno è veloce. I soggetti sono tratti dalla vita quotidiana, dalla memoria personale: nature morte, nudi, paesaggi, soggetti religiosi, ritratti della moglie e della figlia. Il 28 luglio 1951 una banale operazione stronca la vita di Capizzano, rimasto sempre uomo semplice ed artista dall’intelletto candido, la cui pittura ha oscillato costantemente fra il monumentale e l’intimistico. Nel 1954 a pochi anni dalla sua morte, gli viene dedicata una sala personale alla XXVII Biennale di Venenzia. Con questa mostra il Centro per l’Arte e la Cultura “A. Capizzano” – MAON pone il secondo tassello del suo più vasto progetto di ricostruzione dell’arte del ‘900, cofinanziato dal POR Calabria FESR 2007-2013. Essa si pone infatti in una linea di continuità ideologica e cronologica con la precedente mostra sul Futurismo (ospitata circa un anno fa nelle stesse sale del Museo del Presente) e con il futuro evento espositivo che riguarderà l’evoluzione dell’arte del secondo Novecento.


INFORMAZIONI UTILI
Evento: LA PRIMA META' DEL NOVECENTO: DA SARTORIO AL RITORNO ALL'ORDINE. ACHILLE CAPIZZANO/ARTE PUBBLICA E ARTE PRIVATA
Sede: Museo del Presente
Indirizzo: Calabria - Cosenza - Rende | Piazzale J. F. Kennedy
Orari: 17:30
Curatori: Massimo Di Stefano, Tonino Sicoli
Artisti: Achille Capizzano, Carlo Carrà, Giorgio De chirico, Gino Severini, Mario Sironi, Franco Gentilini, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Carlo Levi, ecc.
Patrocini: Unione Europea, Regione Calabria, Provincia dI Cosenza, Comune di Rende
Genere: Arte moderna

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