mercoledì 27 ottobre 2010

Squillace - Campo scuola per diabetici

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Squillace - Un campo scuola educazionale per pazienti diabetici promosso e patrocinato dall’Associazione Italiana Atleti Diabetici, ANIAD, rappresentata dai diabetologi Giuseppe Pipicelli (nella foto) e Luigi Puccio, si è svolto nei giorni scorsi presso il Villaggio turistico “Porto Rocha” di Squillace Lido.
Il corso era riservato a 20 diabetici adulti di Tipo 2 ed era finalizzato a fornire loro conoscenze e abilità volte all’autogestione della patologia diabetica nell’ottica della prevenzione delle complicanze cardiovascolari e del miglioramento della qualità di vita. “La metodologia utilizzata - hanno spiegato i rappresentanti ANIAD - è stata di tipo interattivo, che pone il paziente al centro degli snodi decisionali che lo riguardano, utilizzando il lavoro di gruppo e la conversazione tra pari con esperti-facilitatori su temi quali la conoscenza e la convivenza con la patologia diabetica, l’autocontrollo, la corretta alimentazione e l’adozione di uno stile di vita in linea con i principi della dieta mediterranea”.
Pipicelli e Puccio si sono alternati come esperti facilitatori, creando una vera sinergia con i pazienti e gli operatori sanitari. I lavori di gruppo sull’autocontrollo sono stati guidati da Luigia Milano, mentre quelli sull’alimentazione da Mary Pascale che si è soffermata in particolare sulla tecnica del counting dei carboidrati. La dottoressa Giovanna Angotzi si è soffermata, invece, sulla classificazione del diabete e sulla terapia mentre la dottoressa Ida Pinto ha esposto i principi della sana alimentazione.
Infine il signor Ventura, presidente dell’Associazione Diabetici “DUE MARI”, ha illustrato le finalità dell’associazione e le metodologie di integrazione con i teams diabetologici presenti nella provincia di Catanzaro.
Al campo scuola hanno partecipato, inoltre, gli infermieri professionali Adriana Mantella, Michela Pisani, Serafino Sorrentino.
“Il corso - ha sottolineato alla fine Giuseppe Pipicelli - è stato molto coinvolgente in quanto ha consentito un affiatamento molto forte tra team diabetologico e pazienti dai quali, al termine del campo, si sono levati unanimi positivi consensi e la richiesta che tali esperienze vengano ripetute con maggiore frequenza perché consentono a operatori diabetologici e pazienti di approfondire nuove metodologie di integrazione per una migliore gestione di questa malattia”.


Vincenzo Ursini

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