sabato 25 luglio 2009

Di Pietro: "Obbligati a un erotomane a Palazzo Chigi"

Il commento all'articolo di The Indipendent del leader dell'Italia dei Valori.
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«Un articolo di oggi di The Indipendent si interroga su come mai gli italiani passino “in cavalleria” il comportamento di un erotomane alla presidenza del Consiglio. Prima di spiegare il motivo del perché gli italiani se “lo tengono”, vorrei ribadire che ci sono alcuni milioni di cittadini invisibili che sono “obbligati a tenerselo” poiché, ogni volta che Silvio Berlusconi è sull'orlo di una condanna che lo spedirebbe a San Vittore, il Madoff nostrano promulga una legge che depenalizza i reati o lo immunizza dai processi».
La dichiarazione è di Antonio Di Pietro (nella foto), leader dell'Italia dei Valori, che la pubblica oggi sul suo blog. «Torniamo ai motivi - scrive Di Pietro - per cui il Belpaese sembra indifferente allo squallore che avvolge una delle più importanti cariche istituzionali: le distorsioni del sistema che spiegano questo “perdonismo nazionale” sono principalmente tre. La prima distorsione è il conflitto di interessi che da una parte consente a Berlusconi un utilizzo improprio delle istituzioni per fini personali, dall'altra gli offre un fiume di denaro per la sua propaganda becera. Il suo impero economico e la posizione che ricopre nelle istituzioni gli consentono di bombardare i cittadini con una continua propaganda mediatica e di favorire economicamente le lobby che ne mantengono la permanenza al potere».
Sempre secondo Di Pietro «chi non è sotto il suo diretto controllo tende comunque a compiacerlo per trarre possibili vantaggi ed entrare in un meccanismo che offre garanzie di sopravvivenza esclusivamente grazie a fiumi di denaro pubblico. La seconda distorsione consiste nel meccanismo del voto di scambio che mette sotto scacco la penisola soprattutto al Sud dove larga parte dell'elettorato, stretto dalla morsa dell'occupazione, si affida alla struttura parastatale della criminalità organizzata che, a sua volta, ha relazioni molto strette con il partito di Marcello Dell'Utri.»
Di Pietro aggiunge: «La terza distorsione è stata la mancanza, fino ad ora, di un'opposizione vera e forte che risolvesse le prime due questioni, avendone avuta l'occasione nei precedenti governi».

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