venerdì 12 giugno 2009

Regione Calabria: la valorizzazione del Parco del Pollino

Candidato ad accedere ai Fondi POIN(2).
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(ASCA) - ''In questa zona esistono giacimenti archeologici che risalgono al paleolitico e al neolitico - afferma l'assessore al Turismo Damiano Guagliardi - che sono unici e in quanto tali vanno valorizzati, penso a un gioiello come la Grotta delle Monache, recentemente scoperta nel comune di Sant'Agata d'Esaro (Cs), dove sono stati rinvenuti utensili dell'età della pietra''.
E non è raro perdersi nello spettacolo di fiumi e torrenti che precipitano in gole strettissime tra gigantesche pareti rupestri. Il potere erosivo dell'acqua ha scavato nella profondità della roccia, per centinaia di metri, creando un patrimonio sotterraneo di grotte come quella di San Paolo, vicino a Morano Calabro e scenari spettacolari come l'Abisso del Bifurto a Cerchiara di Calabria.
La natura spesso si intreccia con l'arte, nelle antiche chiese come quella medievale di Santa Maria di Costantinopoli a Papasidero, che si affaccia a strapiombo sulle pareti del fiume Lao o il Santuario della Madonna delle Armi di Cerchiara, posto in modo pittoresco su una parete rocciosa a partire dal 1440, dove si trovano ancora conservati preziosi affreschi e la teca d'argento che conserva l'immagine della Madonna.
Ai luoghi di culto se ne aggiungono altri dal fascino misterioso, antichi conventi trasformati in rifugi di briganti e piccoli centri tra i più belli d'Italia, come Laino Castello, Orsomarso, Morano Calabro, Papasidero e Civita. In alcuni di questi paesi e in numerosi altri vive una comunità albanese che si insediò intorno al millecinquecento ed è ancora oggi tra le più radicate d'Italia. Fedeli alle loro tradizioni e alla lingua dei padri, gli albanesi sono riusciti a salvaguardare la propria cultura arbereshe.
Di spiccata vocazione turistica le due porte marine di accesso al parco, il Golfo di Policastro e la zona di Sibari, che hanno anche aree archeologiche molto importanti. Sul Tirreno il sito dell'antica Laos, pochi chilometri a sud di Scalea, che ha lasciato tracce significative soprattutto di epoca lucana, in parte ancora oggi visitabili. Un tratto delle mura di cinta della città, resti di case, fornaci e della necropoli. Sullo Ionio Sibari, la più antica colonia greca di quest'area, che fu potentissima e accrebbe la sua ricchezza anche grazie a una politica che favoriva l'immigrazione. Gli antichi fasti dei Sibariti, proverbiali nel VI secolo per la vita lussuosa, sono ancora oggi custoditi nel Parco Archeologico della cittadina.
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Morano Calabro (Cosenza)

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