venerdì 27 marzo 2009

Salviamo il Supercinema di Catanzaro

CATANZARO - Volentieri pubblichiamo di seguito il testo integrale della dichiarazione diramata dal capogruppo di Nuova Alleanza, Franco Cimino. "Utopie calabresi", pur non essendo politicamente affine a Nuova Alleanza, condivide e rilancia l'appello a favore del Supercinema di Catanzaro, nella speranza che possa esserne scongiurata la chiusura.
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“Il primo aiuto che si può dare al Cinema è andare al cinema. Pagare il biglietto e godersi la visione di quell’intreccio magico che consente all’arte di farsi divertimento, all’emozione di trasferirsi nello schermo gigante, alla storia raccontata di divenire la tua storia, alla fantasia di farsi un tutt’uno con la fantasia di chi ha scritto il film. Nei nostri cinema si sta scomodi e si sente freddo. È vero. Qui, l’altro aiuto che possiamo dare non consiste nella sopportazione del disagio, ma nella sollecitazione a quanti hanno il dovere di rendere le nostre sale più confortevoli. Ma, siccome al cinema, in città, non ci va più nessuno, tranne che alla domenica per i film di Bondi -De Sica, una volta l’anno, “chi di dovere” non è il proprietario delle sale. Bisogna andarci, anche a spiare, al cinema. Vederti nella sala completamente vuota, ti fa una tristezza infinita. Il proprietario, e chi vi lavora, non sarà certo meno triste, dovendosi mettere in tasca le poche monete che ballano dentro la cassetta antica dell’incasso. Chi di dovere, in questo caso, è l’Ente pubblico. Comune, Provincia, Regione in particolare. Questi deve farsi carico di un problema che da strettamente economico si fa culturale. Non siamo in una grande Regione o in una grande città del nord, dove gli spazi della creatività, del divertimento e della cultura sono tanti e ovunque diffusi. Qui da noi, in Calabria, anche il cinema diventa elemento vitale della conoscenza e della coscienza. A Catanzaro, specialmente, è il luogo dell’identità cittadina, quello in cui la storia dell’ultima città si fa motore di sviluppo della città nuova. Nessuna saldatura con la modernità può avvenire in una realtà urbana senza mantenere al centro del suo processo di sviluppo il Centro, il cuore pulsante della città. Il cinema o è al centro della Città o sarà un’altra cosa. Uno strumento, forse, di una nuova cultura urbana che fa degli immensi agglomerati commerciali delle piccole mostruose scatole chiuse. Dove il cittadino-cliente trova tutto fuorché sé stesso. Non è un caso che in quei luoghi non si usi la parola cinema ma multisala. Una Regione, una Provincia, un Comune che non si pongono un problema così complesso e deformante sono colpevoli della desertificazione delle città. Di Catanzaro capoluogo, lo sono di più. Mi sfugge, in queste ore, la motivazione che accompagna un certo trionfalismo che cresce nelle stanze dei nostri Palazzi. Sul corso di Catanzaro sono sparite le insegne di negozi i cui nomi hanno campeggiato per 50 anni. Nomi importanti, legati alla nostra tradizione commerciale. Quei magazzini sono rimasti vuoti. Neppure le banche, sempre pronte a mettervi la loro mano speculativa, li vogliono. Ora la chiusura del Supercinema. Da tempo abbiamo lanciato l’allarme. Da quel tempo abbiamo invitato il Comune a farsi carico del problema, invitato la Regione a farsi carico del problema. Invitato tutti i rappresentanti istituzionali a farsi carico del problema. Nessuna risposta. A chi giova tutto questo? I proprietari dei cinema hanno rivolto in più occasioni appelli dolenti, nei quali vi erano anche proposte interessanti. Sarebbe bastato accoglierne qualcuna. Ma, di certo si sarebbe potuto fare di più, soprattutto per fronteggiare questa durissima fase di emergenza, in attesa che il propagandato rilancio di corso Mazzini passi dalle vuote declamazioni ai fatti. Ma di più avrebbe potuto fare la Regione Calabria, non solo quella dell’ultima gestione, che spende annualmente fior di quattrini per feste e festival del cinema. E per le sponsorizzazioni di tantissimi avvenimenti, che di culturale e artistico hanno molto poco. Mentre tantissimo producono alla propaganda di quei politici. Infine, l’altro aiuto che si può dare al cinema è quella di evitare la retorica funebre: commuoversi e piangere dopo la chiusura del Supercinema non serve a nulla. Così come non serve a nulla la rassegnazione. Occorre invece una forte iniziativa che nell’immediato realizzi una serie di interventi che non solo salvino i cinema dalla disperazione, ma addirittura ne rilancino la loro funzione culturale, sociale ed economica nella città. Intanto, però, si dica con chiarezza che il Supercinema non diventerà un’altra cosa. Faremo di tutto affinché resti la bellissima bomboniera di cultura che è stata per decenni. Più bella e confortevole”. (26-03-09)
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Nuovo Cinema Paradiso - Scene finali

2 commenti:

Tétis ha detto...

Do pouco que ainda lembro da língua italiana, este texto parece tratar de um apelo contra o encerramento do Supercinema de Catanzaro, na Calábria. Estou certa, amigo Domenico ?

Se entendi bem, este problema também acontece em Portugal, mesmo em Lisboa. As grandes salas de cinema já praticamente não existem e deram lugar a várias e minúsculas salinhas, exíguas e desconfortáveis.

Parabéns por este post, por este apelo a uma tomada de consciência em prol da cultura, numa região onde ainda existe um cinema "a sério".

Os tempos do "Cinema Paraíso" já não voltam mais e por isso há que preservar ainda o pouco que nos resta.

Este vídeo com a parte final do "Cinema Paraíso" é belíssimo. É um filme eterno de que já perdi a conta de quantas vezes o vi.

Um abraço

Domenico Condito ha detto...

Prezada amiga Tétis

Muito obrigado pelo seu comentário e pelos parabéns.
Etendeu muito bem o significado deste texto e estou de acordo com o que escreveu.
Você é sempre muito amável e fico feliz com a sua presença neste espaço.

Bom fim de semana.

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