mercoledì 3 dicembre 2008

Berlusconi: "Proporrò una regolamentazione internazionale di Internet al G8

di Domenico Condito

Colto in flagrante conflitto d’interessi sul raddoppio dell’IVA a Sky, il ridente e giulivo Cavaliere di Arcore ha rilanciato, annunciando la proposta d’una “regolamentazione” internazionale di Internet al prossimo vertice del G8, che si terrà a gennaio sotto la presidenza italiana.
"Porteremo sul tavolo una proposta di regolamentazione di internet in tutto il mondo, essendo internet un forum aperto a tutto il mondo", ha annunciato il Cavaliere in visita al Polo tecnologico di Poste italiane all'Eur di Roma. Quella del G8 è considerata la sede ideale per trattare tale materia, perché Internet, ha continuato il Cavaliere Berlusconi, "rappresenterà l'80% dell'economia mondiale e il 72% della popolazione mondiale".
C’è da chiedersi se le aziende del Cavaliere operino già nel settore, e se la proposta dello stesso non andrà ad aprire un altro conflitto d’interessi questa volta di portata internazionale. Rimane poi da capire cosa intenda realmente il Cavaliere di Arcore per la “regolamentazione” di un settore che, in realtà, è già normato a livello internazionale: esistono regole sui diritti d’autore; su chi fa informazione per professione, per cui valgono le stessi leggi che regolamentano i giornali e le televisioni (per esempio, contro la diffamazione); e valgono le leggi comuni per i reati di pedopornografia, le frodi e per ogni altra azione delittuosa perpetrata attraverso la rete informatica.
E, allora, a cosa si riferisce il Cavaliere?
Forse, sarà il caso di spiegargli che per definizione non esistono su Internet regole sulla libera espressione dei singoli, se non nei Paesi governati da regimi totalitari (la Cina e l’Iran, per esempio). Saremo anche prevenuti, ma quando la parola “regolamentazione” viene utilizzata dall’uomo del diktat bulgaro contro Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, la stessa finisce per assumere una sinistra connotazione illiberale. D'altronde, solo nei giorni scorsi il Cavaliere di Arcore aveva invitato i direttori del Corriere della Sera e de La Stampa a cambiare mestiere, per la posizione che avevano liberamente espresso sul raddoppio dell’IVA a Sky denunciando il palese conflitto d’interessi del Premier Berlusconi sul provvedimento. Naturalmente l’interessato non aveva gradito, ma è nota a tutti la sua radicale insofferenza a ogni manifestazione di dissenso nei suoi confonti, e sulla “rete”, bisogna dirlo, si dissente molto…
Ma il DISSENSO è DEMOCRAZIA. Qualcuno glielo spieghi al Cavaliere, perchè quelli del G8 lo sanno già.

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