lunedì 20 ottobre 2008

IN CALABRIA E' A RISCHIO LA CIVILTA' DEL NOSTRO PAESE

L'EMERGENZA CALABRIA NON E' SOLO UN AFFARE REGIONALE
Riflessioni sulle accuse di LUIGI DE MAGISTRIS a "una parte rilevante della magistratura calabrese..."

Domenico Condito

Solo ieri abbiamo espresso la nostra fiducia “nell’assoluta irreprensibilità dei magistrati, di tutti i magistrati, che operano in Calabria”, ma non possiamo sottacere le ultime dichiarazioni di Luigi De Magistris, ex pm della Procura di Catanzaro, che, al contrario, accusa la magistratura calabrese di essere in parte “collusa” con la criminalità organizzata.

"Una parte rilevante della magistratura calabrese non è affatto estranea al sistema criminale che gestisce affari di particolare rilevanza in Calabria", ha affermato Luigi De Magistris nel corso di un’intervista a Sky Tg24. "Sono dell'idea - ha aggiunto - che se la magistratura avesse remato tutta da una stessa parte e se la legalità, alla quale ogni magistrato si dovrebbe attenere, rappresentasse un patrimonio vero di tutta la magistratura calabrese, non staremmo qui a discutere come mai in 10 anni non è cambiato proprio nulla. Senza una parte della magistratura collusa la criminalità organizzata sarebbe stata sconfitta. E il collante in questo sistema sono i poteri occulti che gestiscono le Istituzioni. Io stavo indagando su questo fronte, e ritengo che uno dei motivi principali del fatto che io sia stato allontanato dalla Calabria risiede proprio in questi fatti". Sulla sua ricollocazione a giudice del Riesame di Napoli, deciso dal Csm, De Magistris ha detto che "quello che mi è accaduto è molto grave. E' un messaggio negativo nei confronti di un territorio che doveva ricevere altri messaggi. Il Consiglio superiore della magistratura avrebbe dovuto dare un segnale positivo alla Calabria e starmi vicino".

Qualora le affermazioni di De Magistris fossero fondate, si prospetterebbe ai nostri occhi uno scenario d’una gravità inquietante, unico in Occidente: la Calabria sarebbe controllata da “forze oscure”, infiltratesi nelle Istituzioni, capaci di vanificare l’operato di coloro che si battono, all'interno delle Istituzioni e della società civile, per il riscatto etico e civile della regione.

E’ dovere dello Stato verificare la fondatezza di tali accuse, è diritto dei cittadini esigere con forza tale chiarimento, soprattutto nella difficile congiuntura che affligge questa Terra.

La drammatica vicenda dei rifiuti tossici di Crotone è emblematica della condizione di estremo degrado in cui versa la regione, ma l’emergenza ambientale è l’espressione di un pericolo ancora più esteso e profondo: IN CALABRIA E’ A RISCHIO LA CIVILTA’. In questo senso, la "vicenda dei veleni" rappresenta la possibile soglia del non-ritorno, il pericoloso crinale della morte etica e civile di questa Terra: a partire da Crotone, o la Calabria troverà il modo d’invertire la perversa spirale di autodistruzione in cui si è immiserita, o è destinata a perire in una cloaca immonda.

Noi crediamo che i Calabresi siano capaci d’innescare questo difficile movimento di risalita dall’Inferno, ma forte e senza ambiguità dev’essere il sostegno dello Stato, senza il quale vano sarebbe ogni sforzo di cambiamento. A maggior ragione le recenti affermazioni di Luigi De Magistris, Servitore dello Stato, meritano la massima attenzione delle Istituzioni e di tutti coloro che hanno a cuore la rinascita di questa Terra martoriata. I Calabresi, e con essi l’intero Paese, hanno diritto di sapere se è vero che in Calabria l’amministrazione della Giustizia sia inquinata da infiltrazioni criminali, capaci di compromettere il lavoro dei tanti magistrati perbene e delle forze dell’ordine che rischiano quotidianamente la vita in questa regione.

La questione è ineludibile, e da come sarà affrontata e risolta dipenderanno il futuro di questa Terra e la fiducia dei Calabresi nelle Istituzioni dello Stato.

Ma non si tratta solo di un affare regionale.

Non sarà un Paese civile il nostro, finchè esisterà l’emergenza Calabria, capace di screditare agli occhi del mondo l’onorabilità e il funzionamento delle nostre Istituzioni. Senza contare che la Calabria rappresenta oggi ciò che l’Italia potrebbe diventare domani. Se lo Stato dovesse fallire in questa regione, difficilmente potrà salvare il Paese dalla deriva che innescherebbe tale sconfitta. L’implosione dello Stato in Calabria genererebbe quel “buco nero” capace di risucchiare ogni speranza di legalità e di futuro civile per il nostro Paese. Chi vive in questa Terra ha la netta percezione che ciò che emerge alla cronaca dei media è solo la punta di un bubbone immane… Altrettanto chiaro è che l’emergenza Calabria non è fra le priorità del nostro Governo.

Ma il rischio è grande e reale per tutto il Paese: QUI O SI FA LA CALABRIA, O SI MUORE!

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