domenica 14 settembre 2008

Fini, Veltroni, Casini e la Repubblica di Salò

di Domenico Condito

Grazie al fascismo, il nostro paese è stato il principale alleato di Hitler e del nazismo, ovvero della più mostruosa forma di abiezione che l’umanità abbia mai espresso fin dalle sue origini. Un’ignominia intollerabile, affidata al giudizio severo della storia e di Dio. Non c’è ragione al mondo capace di giustificare un patto così scellerato. In quegli anni il mondo precipitò in un abisso di orrore e di morte, e il nostro paese fu complice di tutto questo. Basterebbe una conoscenza da scuola elementare della storia, perché tutto ciò risulti intollerabile alla coscienza di ogni italiano capace ancora di un minimo di senso etico e umanità. Eppure tanti, troppi, sono ancora i nostri connazionali incapaci di questa sana e ovvia consapevolezza della storia e della tragedia del nostro paese. Credo, però, che non si tratti solo di un limite intellettuale, ma che ciò sia l’espressione di una forma di degenerazione dello spirito, una sorta di malattia dell’anima, quella stessa che rese possibile l’orrore, e che potrebbe un giorno rinnovarne il suo potenziale di distruzione e di morte nel mondo: una cloaca immonda per coscienza, un masso al posto del cuore. E non è un giudizio, ma una diagnosi. Si, sono malati, forse intimamente pazzi, scissi, seppure apparentemente compensati in un ruolo sociale che li fa apparire normali, magari brutti e antipatici, ma normali. D'altronde qual è la logica “sana” di chi afferma che il male assoluto furono le leggi razziali e non il fascismo che le promulgò? Più che una elaborazione intellettuale, mi sembra la proiezione della profonda frattura di un pensiero malato. Eppure, di tanto in tanto, qualcuno riesce a rinsavire. ''Sicuramente ci sarà stato da parte di alcuni assoluta buona fede, ma è doveroso dire che non era equivalente stare da una parte o dall'altra. C'era chi combatteva dalla parte giusta, dalla parte della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale e chi stava dall'altra parte''. È quanto ha dichiarato ieri Gianfranco Fini, riferendosi alle polemiche scoppiate dopo le dichiarazioni di Ignazio La Russa e del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sulla repubblica di Salò. Fini ha poi aggiunto che a Salò, fatta salva la buona fede di alcuni, si combatteva dalla parte sbagliata. Non si sono fatte attendere le reazioni degli altri leaders politici. Francamente inadeguato e privo di senso storico il commento di Walter Veltroni, pronto a celebrare il tardivo pronunciamento del Presidente della Camera “un grande passo avanti dopo le polemiche sollevate da alcuni esponenti del suo partito. Lasciatemi dire che si tratta di una evoluzione personale del presidente Fini”. Dopo sessant’anni? Mi è sembrata più lucida e ponderata l'analisi di Pier Ferdinando Casini, ieri alla Festa del suo partito a Chianciano Terme, e per una volta sento di poter condividere una sua opinione. Il fatto che “la cultura moderata espressa dall'Udc sia fuori dalla coalizione di governo è il segno di uno sbandamento che porta il presidente della Camera, di cui non dubito dell'onestà intellettuale, a precisare cose che in una democrazia matura non dovrebbero aver bisogno di precisazioni. Il fascismo è il fascismo - ha sottolineato Casini - il comunismo è il comunismo, la democrazia è un altro film, così vanno i tempi. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che uno degli elementi fondanti della Repubblica è la lotta di liberazione, ma pensavamo di averlo imparato all'asilo della politica...". Secondo Casini "c'è un'ansia di revisionismo ed è la stessa che porta Sofri a dire che non è terrorismo il delitto Calabresi...". Comunque la si pensi sulle singole dichiarazioni, ciò che preoccupa maggiormente è lo squallore e la consistenza del dibattito politico su quella ch’è stata la più grande tragedia del secolo scorso: un vuoto di pensiero e di coscienza civile, spinto ai massimi livelli istituzionali, e sfociato nell’intollerabile provocazione del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante le celebrazioni dell’8 settembre alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Allarme, son fascisti...

Senza parole









1 commento:

Anonimo ha detto...

Quste foto sono la testimonianza di un doloroso passato non troppo lontano...dovrebbero rappresenatare un monito per il futuro.

Temo però, che chi governa se ne dimentichi...


ciao,
angela

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