lunedì 15 settembre 2008

Domenico Rotundo, CALABRIA ESOTERICA, dai Pitagorici ai nostri giorni

Una nuova opera dello studioso calabrese, pubblicata dalle Edizioni Ursini di Catanzaro

CATANZARO - Calabrese di nascita, ma da anni residente a Veroli, dove insegna, Domenico Rotundo, dopo “Templari, misteri e cattedrali” (1983), “Nel segno di Sion” (2000), “Le origini calabre di San Tommaso d’Aquino” (2005), “L’alta finanza ebraica e le rivoluzioni” (2005), “Pelasgi calabri e pelasgi dalmati” (2007), solo per citare alcune delle sue numerose pubblicazioni, propone in questi giorni, sempre con i tipi delle Edizioni Ursini di Catanzaro, un’altra interessante opera dal titolo “Calabria esoterica: dai Pitagorici ai nostri giorni”.
“Abbiamo ritenuto opportuno pubblicare quest’opera sulla Calabria esoterica, scritta in buona parte circa venti anni fa, - afferma Rotundo - per rimarcare che non a caso erano calabresi i monaci che fondarono quell’Ordine di Sion che diede origine ai Templari. L’Ordine di Sion è addirittura documentato in Calabria anteriormente alla prima Crociata; nel libro viene, inoltre, fornito un quadro esauriente della presenza templare in provincia di Reggio Calabria e si evidenzia la parentela fra i Pelasgi calabri e quelli della Ciociaria, ma si documentano anche i rapporti fra Tommaso Campanella e l’Ordine di Sion, nonché il carattere solare-olimpico del Pitagorismo che si rifece alla primordiale Tradizione italico-atlantidea e i cui stretti legami con la cultura degli Ausoni, gli Esseni di Palestina, l’Ordine Carmelitano e la Tradizione romana, sono veramente sorprendenti”.
“La scienza-alchemica, - spiega Rotundo - come tutte le scienze iniziatiche tradizionali, si propone di utilizzare, le forze occulte dell’uomo e della natura al fine di reintegrare l’io nell’Assoluto, cioè nello stato metafisico originario da cui si è “caduti”. Condizione indispensabile per l’iniziazione è l’assoluta aspirazione, da parte dell’adepto, alla Trascendenza. È bene ricordare che fra gli alchimisti vi furono molti cattolici insigni come Raimondo Lullo, Alberto Magno, San Tommaso d’Aquino e, perfino, papi, come Silvestro II. Altri e non trascurabili motivi del silenzio iniziatico e dell’esposizione per simboli sono dovuti a ragioni interne e tecniche facilmente intuibili”.
Tra l’altro il pericolo di gravi scissioni della personalità o addirittura il pericolo di morte (perché bisogna percorrere coscientemente, in stati invisibili della natura corrispondenti ad altrettanti stati dell’inconscio, il cammino che l’anima dopo la morte percorre all’inizio in uno stato di deliquio) è, in mancanza di vocazioni libere ed eccezionali, un altro motivo dell’occultamento delle tecniche iniziatiche tradizionali”.
L’autore, con la serietà che da anni lo contraddistingue, ha saputo individuare gli elementi più significativi dell’esoterismo calabrese, proponendoli ai lettori e agli studiosi che ormai lo seguono con grande attenzione.
Numerosi suoi saggi sono, infatti, apparsi anche sulle riviste: Calabria Sconosciuta, Calabria Letteraria, Historica, Brutium, Lazio ieri e oggi, Calabria, Teretum, Potenza e carità di Dio, Graal, Vivarium, Talent Scout.

Ursini Edizioni
Domenico Rotundo, CALABRIA ESOTERICA, dai Pitagorici
ai nostri giorni
, Ursini Edizioni, pp. 176.

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